martedì 25 settembre 2012

Glass Trilogy - Maria V. Snyder

Ed eccomi di nuovo qui con l'ultima trilogia letta - anzi divorata - a tempo record, visto che mi è stato letteralmente impossibile posare i libri che tenevo tra le mani.
Ma non è una novità visto che lei è Maria V. Snyder che ho conosciuto e amato con la Study Trilogy, la storia di Yelena e Valek tra Ixia e Sitia, tra amori, amicizie e cospirazioni.

Nell'ultimo libro della trilogia avevamo incontrato Opale, sorella di Tula, che ha aiutato Yalena ad imprigionare le anime dei distorsori grazie alla sua arte vetraia.
Sono passati quattro anni da quella terribile storia, Opale è al'ultimo anno della scuola di magia alla Cittadella.
Purtroppo gli ultimi quattro anni non sono stati facili, la sua magia resta limitata ai messaggeri di vetro che fabbrica e il supporto dato a Yelena nello scontro con i distorsori non hanno aiutato l'inserimento nell'ambiente scolastico.
Ma la sua abilità e conoscenza del vetro non passano di certo inosservate e quando il clan Danzatempesta
ha un problema con alcuni globi di vetro è proprio Opale che viene mandata ad indagare...

Pensiero:

Come ho già detto non sono riuscita a posare il libro, la Snyder è un'autrice formidabile, i personaggi che crea sono vivi e per quanto non abbia apprezzato appieno Opale mi è piaciuto la continuità rispetto alla trilogia precedente, Ari, Janco, Yelena, Valek, mi sono rimasti troppo nel cuore, quasi ad un livello viscerale, tutt'ora vividi pur dopo 2 anni che ho chiuso l'ultimo libro della Study Trilogy, per rimanere semplici figure nel ricordo e non so esprimere la mia gioia nell'averli incontrati di nuovo.
E dire che ho atteso proprio tutto questo tempo per permettermi di distaccarmi dalle loro vicende... tutta fatica sprecata! xD
Ritornando ad Opale è piena di dubbi, paure ed insicurezze, viene definita spesso zerbino e per ribellarsi all'etichetta che le viene affibbiata agisce esattamente come queste persone si aspettano, commette sequele e sequele di errori, le sue omissioni e mezze verità la mettono continuamente in situazioni di crisi ma di questo ritengo debba ringraziare unicamente se stessa.
La cosa che mi ha dato più fastidio è che sembra convinta che procrastinando le decisioni o il confronto con coloro che dovrebbero guidarla (vedi Zitora e Bain) - e che quindi hanno una visuale più ampia della situazione -, e agendo di testa sua, tutti i suoi problemi spariranno, anche se onestamente non capisco come.
E' solo quando si decide a chiedere aiuto che riesce a trovare un capo alla matassa ingarbugliata nella quale si è andata ad invischiare.
Due sono le critiche che mi sento di muovere: il ripercorrere le stesse situazioni di Yelena, l'amicizia di Opale con Nic ed Eve non può che essere paragonata a quella di Yelena con Ari e Janco, ma senza la profondità di sentimenti che li legava, così come il rapporto con Zitora per una e Irys per l'altra anche in questo caso senza quel legame nato dalla sincerità e dalla fiducia reciproca (è sempre Opale a mostrare diffidenza e quindi a bloccare gli altri, lo fa con Mara, Ulrick, Kade, Bain, sua madre, i già citati Zitora, Nick e Eve). E per finire lo scadere più volte in triangoli amorosi in questo caso per nulla paragonabile al sentimento di amore esclusivo ed imperituro che c'è tra Valek e Yelena.
Ovviamente le critiche che muovo non intaccano la bellezza della storia, il confronto con la prima opera è inevitabile, resta la pregevolezza della scrittura ma è come se i primi personaggi avessero risucchiato tutto il mio amore lasciando per gli altri un affetto che seppur tenero non reggerà il paragone con la passione amorosa che hanno suscitato in me Valek, Ari, Janco, Yelena, il comandante Ambrose, Maren, Irys, i genitori di Yelena e Uomo-di-Luna.
Giudizio finale : 

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