venerdì 14 dicembre 2012

Una lettera per Momo - Hiroyuki Okiura

Buongiorno! Stanotte è caduta la neve (*_*) ma adesso piove (-.-) quindi voglia di uscire pari a zero!
Ragion per cui mi trovo qui a parlare del film d'animazione visto ieri sera: "Una lettera per Momo"

Trama:

Momo è una ragazzina di undici anni che si è appena trasferita insieme alla madre sull'isola di Shio, nel mare interno di Seto, a seguito della morte del padre (morte avvenuta dopo una lite fra lui e Momo).
Lo shock per la perdita è acuito dal rimorso e dal ritrovamento di una lettera che suo padre aveva cominciato a scrivere ma che si ferma alle parole "Cara Momo"... cosa avrà voluto dirle suo padre? 
Nella sua nuova vita Momo non riesce ad ambientarsi, le manca Tokyo, la scuola, le amicizie, nonostante la gentilezza di Umi e Yota, due ragazzini conosciuti in un negozietto che tentano di farla entrare nella loro comitiva. 
A peggiorare la situazione si verificano strani avvenimenti: sparizioni di cibo, razzie negli orti, furti di capi di vestiario... come se non bastasse ogni volta che rimane sola in casa Momo sente dei borbottii provenire dalla soffitta. Ricercando l'origine di quei suoni, incontra un trio di demoni dall'aspetto buffo si fanno chiamare "Guardiani" e sembrano legati a doppio filo a Momo e a sua madre.
Musona e apatica nei rapporti con gli altri, lamentosa con la madre, Momo comincerà ad aprirsi solo con questi buffi demoni rubacchioni: un incontro che la porterà a comprendere sua madre e le consentirà di maturare.

Pensiero:

Premessa: Momo mi sta sulle scatole! E' pesante, musona, apatica, indifferente a tutto ciò che la circonda; per quanto capisca che la situazione in cui si trova non è facile mi è stata letteralmente sulle scatole per 3/4 del film. 
La cosa che ho apprezzato di più è l'ambientazione realistica, e l'uso del tema morte vissuto da due punti di vista diversi: da moglie e da figlia. Il disegno dal tratto piacevole trova la sua piena realizzazione nella madre di Momo e nei paesaggi dell'arcipelago.
Sono rimasta sconvolta ad apprendere che la gestazione di questo film è durata 7 anni (sette!!! O_O), avrei apprezzato un maggiore approfondimento dei sentimenti della madre; ma a parte questo l'opera è davvero pregevole, esula dallo stile di Miyazaki (punto focale della maggior parte degli autori e dei registi, e per questo spesso un po' troppo scopiazzato), Hiroyuki Okiura si è fatto spazio tra i grandi dell'animazione raccontando una storia semplice ma complessa, in cui i sentimenti sono reali e degni di lode.
Giudizio finale : 

mercoledì 12 dicembre 2012

Hime-chan no Ribbon - Megumi Mizusawa

Mentre aspetto il momento giusto per gustarmi i film appena arrivati, vi parlo di un manga la cui recensione è stata rimandata fin troppo.
"Hime-chan no Ribbon" di Megumi Mizusawa. 
Perchè rimandata? Perchè volevo renderla il mio cavallo di battaglia per la mia prima (e spero non unica) videorecensione.
Ma il momento pare non giungere mai (al momento sono in pigiama stravaccata sul divano, posizione assunta da questa mattina alle 7:30, quindi non propriamente un look adatto a diffondere la mia immagine nella rete), quindi rompo gli indugi e la scrivo, se capiterà l'occasione giusta ne farò un video (fortunatamente una cosa non esclude l'altra)
Il motivo decisione di renderlo una videorecensione piuttosto che una recensione scritta risiede nelle tante piccole caratteristiche che rendono questa edizione una delle più perfette mai viste (almeno per questo tipo genere).

Trama:

Himeko Nonohara (Hime-chan) è una ragazzina di 13 anni, che frequenta il primo anno delle scuole medie, una ragazzina come tutte le altre, un po' maschiaccio e innamorata di un suo senpai.
Un giorno alla finestra della sua camera compare Erika, una ragazza identica al lei, ma con i capelli lunghi ed un carattere più dolce e femminile.
Erika si presenta come la principessa del mondo della magia, un mondo parallelo a quello umano, i cui abitanti hanno lo stesso aspetto degli uomini, ma caratteri e vite diverse.
Per poter diventare regina Erika deve seguire un apprendistato,ed uno dei compiti consiste nell'osservare il suo doppio per un periodo di un'anno. La vita di Hime-chan si tinge di un pizzico di magia: Erika le presta un fiocco che le permetterà di trasformarsi in chiunque voglia. Inutile dire che ne combinerà di tutti i colori.

Pensiero:

La storia si inserisce nel filone delle majokko, ovvero di maghette, con una trama lineare, leggera e scorrevole, i personaggi simpatici, dai tratti ben definiti, poco marcata l'introspezione psicologica ma considerato che stiamo parlando di ragazzini, non me la sarei neanche aspettata. I disegni sono semplici e meravigliosi: mi riportano alla mia infanzia. Mi sono ritrovata immersa nella storia di Himeko oggi come allora, in un universo fatto di fantasia e magia; sono ritornata bambina, deliziandomi delle vicende in cui si andavano invischiando Hime-chan e Daichi pregando per il loro rapporto e che la loro amicizia si trasformasse in un tenero sentimento.
La prima cosa che mi ha colpito della nuova edizione è stato il formato:10,5×15 invece dei soliti 11,5×17,5; il vero formato dei tankobon giapponesi, non vi fate ingannare: può sembrare piccolo ma rende davvero bene.
Passiamo alla carta: un tipo di carta lievemente plastificata, leggera ma compatta, impreziosisce il volumetto, e ne riduce lo spessore: infatti anche se ha la stessa ampiezza dei tankobon "classici" il volume è composto da 280-312 pagine. Quindi un altro punto a suo favore è che non si dissolve tra le mani come capita spesso (non so voi, ma dopo aver aspettato a volte anche mesi, per una nuova uscita in mezz'ora... puff è già finito... Ma come? Tutto qui? Ne voglio ancoraaaa! xD).
In sostanza è una buona edizione, il prezzo si fa sentire (5,90 euro) ma in giro ne ho visti di più alti per edizioni peggiori, ottima l'impaginazione, una storia in 6 tankobon, da tenere e conservare con cura.Inutile prolungarmi: sono sorpresa e soddisfatta dell'acquisto. (tra l'altro comprato da una ragazza insieme a Lovely Complex ad un prezzo favoloso)
Giudizio finale : 
Deliziata!

martedì 11 dicembre 2012

Nuovi arrivi!!!

Sono arrivati, sono arrivati, sono arrivati!!!! 
L'attesa è finita!

Berserk : L'epoca d'oro - L'uovo del re dominatore

Per questo sono contenta perchè a causa di disguidi dell'ultimo minuto non siamo potuti andare a Lucca e il mio ragazzo ci teneva ad avere l'edizione limitata (con le cartoline -.-)

 La collina dei papaveri - Goro Miyazaki

 
 Troppo curiosa! 
 
E dulcis in fundo...

Una lettera per Momo - Hiroyuki Okura

  

Recensioni a breve! Baci!

lunedì 10 dicembre 2012

I racconti di Terramare - Goro Miyazaki

E' una settimana che non scrivo, colpa del film che compare nel titolo, mi ha causato un blocco tale che avrei fatto meglio ad accantonare la recensione e proseguire con altro... comunque waiting for "La collina dei papaveri" mi sono messa a guardare l'altra opera di Miyazaki figlio, "I racconti di Terramare". 
Liberamente tratto da due romanzi del ciclo di Earthsea di Ursula K. Le Guin, alle spalle del lungometraggio c'è una storia curiosa: anni fa Hayao aveva chiesto all'autrice di realizzare un film d'animazione dai suoi racconti, ma non essendo molto conosciuto in occidente la proposta venne rifiutata; una decina di anni dopo fu la stessa autrice (dopo aver visto Il mio vicino Totoro") a riproporre il progetto.
Però in quel periodo Hayao era impegnato con Howl, così gli subentrò il figlio, andando, tra l'altro, contro il volere paterno (non lo riteneva pronto ad un progetto così importante). Inutile dire che Ursula non ne fu propriamente entusiasta e lo fu ancora meno dopo aver visto il progetto concluso. Povero Goro! xD

Trama:

In un paese immaginario l'equilibrio che sorregge tutte le cose sta venendo meno: disgrazie, siccità ed epidemie si susseguono in una terrificante successione di fronte alla quale il re si ritrova impotente. Il figlio del re, Arren, soffre di sdoppiamenti di personalità e durante uno di questi momenti, attacca il padre e gli ruba la spada. Fugge dal castello e comincia a vagare per le terre disabitate, quando viene attaccato da un branco di lupi, a salvarlo sarà un mago di nome Sparviere, che si trova in quelle lande desolate per scoprire l'origine dello squilibrio. Non avendo una meta Arren si accoda a Sparviere, ma in un momento in cui non sono insieme, Arren si trova ad affrontare dei venditori di schiavi che stavano cercando di imprigionare una ragazza: riesce a salvarla, ma poco dopo viene a sua volta imprigionato. In suo aiuto accorrerà nuovamente Sparviere. I due si recano a casa di Tenar una guaritrice amica del mago, che ha preso con sé l'orfana Therru, la ragazza che Arren aveva salvato, ma le sorprese non sono finite perché gli uomini che avevano tentato di rendere Arren e Therru schiavi sono al servizio del mago Aracne che ordina loro di catturare Sparviere. In mancanza del mago, prendono Tenar in ostaggio, mentre Aracne prende Arren.
Riuscirà sparviere a salvarli e a riportare l'equilibrio nel mondo?

Pensiero:

Sinceramente non so cosa pensare di questo film. Si apre su uno scenario che avrebbe necessitato di una spiegazione migliore e si chiude lasciando un finale aperto, tipico di Miyazaki, ma che riesco ad accettare solo in Hayao.
Mi ha lasciata a dir poco perplessa, come entrare in una sala cinema a film cominciato e riuscire a seguire bene la trama. Che cosa è successo a Sparviere e Aracne? La famiglia di Therru che fine ha fatto? Racconti lacunosi che avrebbero necessitato di qualche flashback.L'apatia del protagonista (venuta meno giusto nel finale) mi ha impedito di essere partecipe delle sue vicende e del suo dolore. Il canto di Therru ha ricalcato un must del padre dell'autore, ma sembra essere stata messa lì per caso.
In sostanza concordo con il grande Hayao: Goro non era pronto per un film del genere e le lacune sono ancora più evidenti se messe a confronto con la genialità paterna.
Giudizio finale:  (Carino ma niente di più)

lunedì 3 dicembre 2012

FullMetal Alchemist - Hiromu Arakawa

Buonasera e buon inizio di settimana!
Sto leggendo "L' albero di ferro" di Cecilia Dart-Thornton (di cui ho già letto la trilogia Bittebynde), ma ancora non mi sono fatta un'idea al riguardo (di solito i suoi libri partono in sordina per poi lasciarti soddisfatta alla fine, anche se per farlo ci vogliono un migliaio di pagine a tre libri )

Comunque oggi ho deciso di dedicarmi ad una recensione "corposa", per cui vi parlerò di Full Metal Alchemist.
Come ho conosciuto Full Metal Alchemist? Ai tempi dell'Anime Night (bei tempi) su Mtv mentre l'anime spopolava, mi ha lasciato completamente indifferente, ne ho guardato un paio di puntate per poi abbandonarlo senza rimpianti. In contemporanea alla diffusione televisiva (11-07-06) usciva il manga (13-07-06): non l'ho neanche sfogliato; allo stesso modo ristampe, edizioni gold e gold deluxe, la versione Brotherhood, i film, gli OAV, passavano senza suscitare in me il benché minimo interesse. Finchè lui, (sempre lui) il mio fidanzato, mentre mi lamentavo di non aver niente da leggere (pfff... non farmi ridere! Ok, diciamo che non sapevo cosa leggere) mi ripropone per l'ennesima volta i 27 tankobon che compongono la serie di FullMetal Alchemist. Good job!

Trama:

In un mondo immaginario, in una nazione chiamata Amestris, l'alchimia è reale, ci sono persone che la praticano, gli alchimisti, ed esiste un corpo scelto: gli alchimisti di Stato.
Si questo gruppo fa parte Edward Elric, che viaggia con il fratello minore Alphonse alla ricerca della pietra filosofale.
Il loro scopo è ritrovare il corpo di Alphonse, perduto durante il tentativo di riportare in vita la madre dei due ragazzi, effettuando una trasmutazione umana, considerata un tabù. Ma la ricerca non sarà facile e due ragazzini si troveranno ad incrociare persone e situazioni che li porteranno a crescere e ad affrontare decisioni che influenzeranno profondamente la loro vita.

Pensiero:

La lettura di questo manga si è rivelata piacevole e scorrevole; mi sono ritrovata immersa nel mondo di Amestris, ho incontrato personaggi a dir poco originali e ne ho pianto la morte. Ho viaggiato con i fratelli Elric, sono cresciuta con loro e ho vissuto in un mondo in cui l'età non conta e non si ci piange addosso, mai.
Un mondo per alcuni versi più facile in cui vivere, ma anche un mondo in cui la guerra è viva e presente, e soprattutto è dietro l'angolo.
La trama è molto articolata, attorno ai fratelli Elric ruotano una miriade di altri personaggi, storie e vicende, ma senza generare confusione, in quanto collegate al filone principale.
I personaggi pur essendo un po' stereotipati, vengono approfonditi  mostrando quello che c'è dietro il protagonista sbruffoncello, la spalla calma e razionale, l'amico sciupafemmine...
L'edizione (la prima) in mio possesso non ha né pregi né difetti (ce ne sono di peggiori, ce ne sono di migliori, per le caratteristiche panini la definirei standard).
Giudizio finale: 
E adesso: sotto con 'anime! xD