Ragion per cui mi trovo qui a parlare del film d'animazione visto ieri sera: "Una lettera per Momo"
Trama:
Momo è una ragazzina di undici anni che si è appena trasferita insieme alla madre sull'isola di Shio, nel mare interno di Seto, a seguito della morte del padre (morte avvenuta dopo una lite fra lui e Momo).
Lo shock per la perdita è acuito dal rimorso e dal ritrovamento di una lettera che suo padre aveva cominciato a scrivere ma che si ferma alle parole "Cara Momo"... cosa avrà voluto dirle suo padre?
Nella sua nuova vita Momo non riesce ad ambientarsi, le manca Tokyo, la scuola, le amicizie, nonostante la gentilezza di Umi e Yota, due ragazzini conosciuti in un negozietto che tentano di farla entrare nella loro comitiva.
A peggiorare la situazione si verificano strani avvenimenti: sparizioni di cibo, razzie negli orti, furti di capi di vestiario... come se non bastasse ogni volta che rimane sola in casa Momo sente dei borbottii provenire dalla soffitta. Ricercando l'origine di quei suoni, incontra un trio di demoni dall'aspetto buffo si fanno chiamare "Guardiani" e sembrano legati a doppio filo a Momo e a sua madre.
Musona e apatica nei rapporti con gli altri, lamentosa con la madre, Momo comincerà ad aprirsi solo con questi buffi demoni rubacchioni: un incontro che la porterà a comprendere sua madre e le consentirà di maturare.
Pensiero:
Premessa: Momo mi sta sulle scatole! E' pesante, musona, apatica, indifferente a tutto ciò che la circonda; per quanto capisca che la situazione in cui si trova non è facile mi è stata letteralmente sulle scatole per 3/4 del film.
La cosa che ho apprezzato di più è l'ambientazione realistica, e l'uso del tema morte vissuto da due punti di vista diversi: da moglie e da figlia. Il disegno dal tratto piacevole trova la sua piena realizzazione nella madre di Momo e nei paesaggi dell'arcipelago.
Sono rimasta sconvolta ad apprendere che la gestazione di questo film è durata 7 anni (sette!!! O_O), avrei apprezzato un maggiore approfondimento dei sentimenti della madre; ma a parte questo l'opera è davvero pregevole, esula dallo stile di Miyazaki (punto focale della maggior parte degli autori e dei registi, e per questo spesso un po' troppo scopiazzato), Hiroyuki Okiura si è fatto spazio tra i grandi dell'animazione raccontando una storia semplice ma complessa, in cui i sentimenti sono reali e degni di lode.